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Se credete, potete scorrerli direttamente in questa finestra.
Buona lettura.
Da: francesco corna
A: Wu Ming 4
Inviato: giovedì 6 marzo 2008 17.52.04
Caro Federico,
rileggo con piacere questa tua risposta ad una mia mail di ormai un bel po’ di tempo fa.
Ne è passata, di acqua, sotto i ponti.
Ho vissuto un anno a parigi.
Ho perso qualcuno, trovato qualcun altro.
Manituana ha visto la luce (complimenti, tra l’altro, dopo le risate a denti stretti di 54-il romanzo che vanta innumerevoli tentativi di imitazione- è tornato quel respiro di Gilgamesh che mi mancava dai tempi di Q. Prendendosi un po’ meno sul serio dei voi-Blissett, ma invitando forse ancora di più alla riflessione amara sul nostro secolo. Sono proprio felice. Comunque.)
Ti scrivevo per un attacco di spleen prelaurea (triennale, allora).
Ti scrivodi nuovo, di nuovo per un attacco di spleen, di nuovo prelaurea. Sperando, per una qualche fiducia superstiziosa vagamente animista, che tu sappia, come sempre, risolverlo.
Ecco il problema.
Ci sono molti temi con i quali un architetto in odore di laurea si può confrontare. Diciamo che il museo è il più fico.
Però.
In effetti, ho sempre avuto il desiderio di progettare una villa, una residenza.
La villa è il banco di prova e lo strumento di confronto di un architetto, il luogo dove si realizza il suo talento.
Certo, forse è anche la sfida più difficile. Il progetto dove cadono le maschere, e resti solo con le tue capacità.
Un progetto difficilmente proponibile ad una commissione di laurea, che penserà sempre che hai scelto la villetta per lavorare il meno possibile.
Che ci frega.
Noi vorremmo farla perché ci crediamo.
Di contro, come ci fa notare il nostro relatore, una villa senza un committente non ha ragione di esistere. Il fascino di Villa Malaparte è plasmato dalle continue richieste e trovate di Curzio Malaparte. Così per
Casa Kauffmann o villa Muller.
Forse l’unico che progettava ville agli altri ascoltando solo se stesso era Le Corbusier, ma per seguire quella strada bisognerebbe essere abbastanza maturi da voler stilare un proprio manifesto. E in quest’epoca di dubbi, orticelli, e (come direbbe l’inquilino del Soglio Pontificio) relativismo, beh, chi ha le palle e la follia necessari per scrivere un manifesto?
Certo, potremmo anche chiedere alla nonna o una vicina di casa di farsi fare un progettino d’una villetta nella ridente Brianza, ma, soprattutto in tesi, se uno può, punta punta più in alto che arriva.
Scoprii con questa mail che siete sempre pronti ad ascoltare, ed ancor più a rispondere e partecipare.
Immagino che siate sempre e comunque affascinati da ogni Progetto che si presenti al varco.
Beh, questo è certo un progetto, anche se senza maiuscole.
Ci piacerebbe riprendere il vecchio e romantico concetto della villa per una committenza disposta ad ASCOLTARE (vi parlerò, se vorrete, della realtà professionale dell’architettura, in Italia), a confrontarsi con l’architetto cercando di distillarne il meglio possibile.
Certo, si tratterebbe di un gioco. Spero tanto che abbiate ancora voglia di giocare, sondando questo -mi auguro- nuovo terreno.
Le modalità potrebbero essere mille: una villa per ognuno di voi, un complesso residenziale dove convivano le vostre famiglie con una koine hestia dove ritrovarsi a scrivere e dibattere, un villino per rinchiudervi a festeggiare l’uscita di un nuovo libro, una casa per uno solo di voi...
Quello che mi piace immaginare, è che voi scegliate un luogo che vi appassioni, obbligandoci a confrontarci con esso, capire e penetrare le vostre storie con esso.
Sarebbe un gioco, certo, ma, in ogni caso, alla fine il progetto sarebbe vostro e potreste farne quel che vi pare.
Sperando di aver stuzzicato una qualche curiosità, resto sempre qui con la voglia di una qualunque lunga chiacchierata.
Grazie fin d’ora, in ogni caso, per la cortesia che, come sempre, saprete avere.
Francesco
Da: Wu Ming 4
A: francesco corna
venerdì 7 marzo 2008 8.31.47
Caro Francesco
la tua/vostra mi sembra un’idea divertente. Una “residenza” per la Wu Ming
Foundation. Un progetto che quando saremo ricchi e famosi scrittori affermati
nel mondo potremo pure realizzare :-)))))
Parliamone quando vuoi, via e-mail o de visu, se capiti da queste parti.
Federico
Da: francesco corna
A: Wu Ming 4
Inviato: venerdì 7 marzo 2008 11.11.46
Caro Federico,
è sempre coinvolgente vedere che nonostante l’età ormai avanzata [;-)] rispondete alle chiamate sempre con lo stesso entusiasmo. In un panorama spesso desolante (te ne accennavo, quando faremo due chiacchiere vis à vis te ne racconterò, magari) è bello ricordarsi che c’è sempre chi ha voglia di fare e di mettersi in gioco.
Ti anticipo una cosa. Se vorremo fare questa operazione ludica ma non troppo, e vorremo farla bene come ci auguriamo, vi costerà qualche rottura di palle di troppo. Il gioco ha senso se ci comportiamo come se davvero stessimo progettando insieme, e quindi dovremo parassitarvi un po’ di tempo (non so, un sabato su due a bologna, per esempio). La prolessi delle cose brutte, per mettere subito in chiaro la parte antipatica. Leggi, è la nostra tesi, a spaccarci la schiena saremo noi, ma investirà un po’ anche del vostro tempo. Quello che avreste dedicato alla vostra casa se fosse stato vero. Beh, quasi.
Detto questo, e detto che questo genere di premesse vanno fatte più a uno scrittor giovane con velleità da star, che passa le giornate in tour promozionali e pensa al suo tempo come ad un santuario inviolabile, voi mi sembrate stare a questo ritratto come il parmigiano agli spaghetti con le vongole.
E, se vi conosco come vi conosco, non sono certo io a dover dire ai WM se decidi di cominciare un’audace impresa, occorre farlo bene.
[fine disclaimer]
Passando a noi.
Il preludio te l’ho spiegato.
A noi piacerebbe che il gioco si svolgesse nel seguente modo.
Voi scegliete una location dove realizzare il progetto [d’ora in poi, WMHouse, o WMH], magari su un terreno che non sia -cercheremo di informarci- coperto da vincoli particolari da parte delle soprintendenze. Un luogo, in sostanza, che potreste comprare domani per davvero per realizzarci la WMH.
Soprattutto però, dovrebbe avere, in un modo diverso, per ognuno di voi, una storia da raccontare.
Certo, a noi piacerebbe la radura con vista su Bologna in un pendio incontaminato fra i colli. Però, questa prima parte dovrebbe svolgersi con un modalità che potrebbe ricalcare il ragionamento io, committente, ho deciso di comprare un terreno -ho già deciso- e chiamo te, architetto, per farci un progetto. Quindi voi scegliete, noi al massimo consigliamo.
Dopodiché, durante magari un bel pranzo in un qualche losco localino di vostra selezione, si procederebbe alla raccolta di impressioni, voglie, necessità, paletti (che sia ambientalmente sostenibile, che non lo sia, che abbia le tazze del cesso crisoelefantine, un patio centrale, sia su due piani, quattro, un grattacielo, etc.).
A quel punto, noi ci ritireremmo sul nostro Aventino brianzolo a preparare delle proposte. Una volta pronte, e sottoposte -ahimè- al nostro relatore, ci presenteremmo al primo confronto. E via così.
Vista la tua -apprezzatissima- disponibilità, beh, certo che noi non passiamo per caso da Bologna. Però ci veniamo apposta, perdio.
Se la cosa vi interessa, discutiamo della sua opportunità con il nostro relatore -che penso ne sarà entusiasta- dopodiché ci organizziamo per venirvi a trovare.
Avevamo un amico filosofo che studiava a Bologna, ma, c***o, al momento è a Porto.
Comunque, ci s’organizza.
Nella prima fase, direi che vedersi è indispensabile. La mail potrebbe diventare un utile strumento dopo, per aggiornarvi in tempo reale di modifiche minori, fatto salvo un summit periodico per discutere della direzione del progetto.
Sperando di aver chiarito un poco il quadro, e confidando sempre nel vostro interessamento,
vi abbraccio di entusiasmo.
Francesco
p.s.
quando saremo ricchi e famosi scrittori affermati nel mondo: “Negli anni successivi viene tradotto in inglese, spagnolo, tedesco, olandese, francese, portoghese (Brasile), danese, polacco, greco, russo, ceco e coreano.” Vabbè. A me mi basta che me lo pubblicano su Casabella. Sic.
Da: Wu Ming 4
A: francesco corna
Inviato: venerdì 7 marzo 2008 12.35.47
Caro Francesco
se è vero che non c’è niente di più serio del gioco, giusto da parte vostra mettere subito sul tavolo le difficoltà prevedibili. Quindi anch’io faccio lo stesso.
Prima questione: la somma delle famiglie dei cinque WM totalizza un numero ormai rilevante di persone. Di questo puoi tenere conto sia per quanto riguarda il merito dell’eventuale progetto, sia rispetto alle difficoltà operative d’incontro. I week end in effetti sono momenti complicati per chi ha figli piccoli (e questo include almeno tre di noi).
Seconda questione: la nostra base operativa resta Bologna, è vero. Le nostre
compagne lavorano in questa città, i nostri figli vanno all’asilo qui, buona parte della nostra vita relazionale e affettiva si colloca tra le mura cittadine, alcuni di noi hanno secondi lavori che svolgono nel territorio felsineo. Quindi rimaniamo logisticamente legati a Bologna.
Tuttavia è vero che da alcuni anni a questa parte abbiamo sviluppato un sentimento di noia e distacco da questa città, sempre più gretta, stracca, inquinata e con un tessuto sociale in via di necrotizzazione. Questo ci ha portati a entrare in un vero e proprio sciopero degli eventi.
Il nostro ritiro professionale da Bologna si concretizza in una dilocazione progettuale, ovvero: non facciamo presentazioni di nostri libri a Bologna, non interveniamo pubblicamente su questioni cittadine, collaboriamo e operiamo sempre più con realtà esterne, italiane e non. Da un lato si può dire che è il nostro modo di protestare contro l’attuale stato delle cose in città, dall’altro è qualcosa che si è dato da sé proprio a causa della decadenza accelerata del contesto locale. Un esempio, per capirci: noi non abbiamo organizzato una presentazione di Manituana a Bologna, ma nessuno ce l’ha nemmeno chiesto. E faccio presente che il tour promozionale del romanzo è durato un anno (stiamo facendo le ultime presentazioni in questi mesi) e ammonta ormai a 70 date.
Tutto questo per dire che forse bisognerebbe anche capire se il territorio bolognese è davvero quello più adatto allo scopo. Forse anche sì, se si parte
da un’esigenza immediata, ma non lo darei per scontato...
Terza questione. Nessuno di noi sa un bel niente di architettura, piani urbanistici, e tanto meno di logistica legata all’edificabilità dei terreni.
Non ho idea di tempi e modalità. Io ho un amico fraterno che fa l’architetto a Bologna e potrei al massimo chiedere a lui qualche dritta. Per il resto, figurati, vengo da una famiglia che non ha mai nemmeno posseduto la casa in cui abitava (e quella dove vivo attualmente appartiene alla mia compagna).
Quarta questione. Non credo che se decidiamo di appoggiarvi in questo progetto potremo farlo al gran completo. L’impegno di procacciare reddito porta via parecchio tempo utile a noi come a chiunque altro (purtroppo alla fama internazionale non corrisponde un proporzionale livello di richezza :-). Però posso dirti che almeno un paio di noi, in rappresentanza del collettivo, è sicuramente interessato alla cosa e a verificarne la fattibilità.
Infine. Almeno una suggestione potrei già buttartela lì, anche per capire se
c’è una certa sintonia. Credo che una declinazione architettonica di Wu Ming dovrebbe incarnarne lo spirito in forma di volumi, spazi, materiali, impatto ambientale (tanto per fare un esempio, io questa WMH me la immagino energeticamente autosufficiente). Un po’ sulla falsa riga del Goethenaeum o della Bauhaus, ma ovviamente senza la stessa prosopopea e pretesa/pretenziosità filosofica; certamente con la praticità abitativa come linea guida, ma con un’idea analogamente organica del rapporto mente-spazio-attività. Mi fermo qui, perché forse sto già sparando cazzate e la mia ignoranza della materia è abissale.
Detto questo, prima di imbarcarci nella cosa, forse sarebbe meglio fare due chiacchiere. Da quel che capisco voi state in Brianza. Beh, si dà il caso che mi troverò da quelle parti durante le vacanze pasquali (per la precisione vicino a Monza) e magari potrebbe essere un’occasione per incontrarsi. Che ne dici?
F.
Da: francesco corna
A: Wu Ming 4
Inviato: venerdì 7 marzo 2008 13.22.35
Federico.
Ogni tua mail è una sorpresa.
Non solo una -attesa- disponibilità, ma manifesti anche già un interesse che non si trova nella maggior parte dei committenti, quelli veri. Come ti scrissi allora, sono quelli come voi che aiutano quelli come noi -di qualche anno meno- a ricordare che forse vale la pena crederci ancora.
Ti rispondo rapidamente punto per punto, ché sono al lavoro e non mi posso dilungare troppo. E’ vero che negli studi di architettura non si fa un cazzo, ma fino ad un certo limite.
1. La quantità di vite che popolerebbero un progetto di questo tipo è solo uno stimolo in più. Io lo immaginavo un po’ come quella casa della nonna che vive in campagna (che non ho mai avuto, e rimpiango -la casa non la nonna) dove tutti i cuginetti si ritrovano alle feste comandate giocando ai cauboi. Un anno non va uno, un anno non va l’altro, un anno uno si porta gli amichetti, un po’ dopo la fidanzatina, e via vezzeggiando, e sedimentando nel tempo decine di vite e ricordi, dove l’edificio è solo il granello di sabbia e la bava -metaforica- la mette chi lo vive.
1 e anche 4. Dal punto di vista logistico, ovviamente, non mi aspettavo tutto il collettivo al gran completo in divisa da ussaro ascoltare rapito i miei sproloqui sulla kunstbaukunst. Io posso parlare anche solo con te, o con te e wm1, o con wm3 e la sua vicina, tutti insieme, una volta uno e una l’altro... avremo dei canali preferenziali, ma voi immagino vi vediate in ogni caso con una certa regolarità, quindi la ribollita si farà un po’ da sola. Sono già raggiante così.
2. La scelta del luogo sta solo a voi. Certo, ci sono questioni tecniche (per me sarebbe più semplice a milano che a bologna, e a bologna che a malaga), per il semplice fatto che più ci si allontana da dove sono stato professionalmente svezzato più mi è difficile reperire cartografia, regolamenti edilizi, eccetera.
Cioè, più ci si allontana dalla nostra realtà, più diventa un metaprogetto per le oggetive difficoltà di relazionarsi con le reali problematiche del luogo.
Ma è poco grave. Questo problema resta nostro. Voi scegliete dove, a noi di sbrigare le pratiche. Se riusciamo ad approfondire il suo tono di realtà meglio, altrimenti pazienza (Se volete un progetto a Parigi, ho tanti agganci quanti a Milano, comunque ;-)
La scelta la possiamo discutere insieme, a me importa avere del materiale -emozionale, relazionale, logistico, di fruibilità- su cui lavorare.
3. Grazie per Bologna. Il tuo amico, se scegliessimo di progettare lì, potrebbe risolverci problemi non da poco quali procurarci le carte tecniche, i piani regolatori, etc. Il fatto che voi non vi intendiate di architettura per noi (che, è ora di dirlo, siamo il mio fraterno amico Andrea e io) è solo un bene. Altrimenti ve la fareste da soli. Noi serviamo a trasformare le vostre parole in disegni. Si spera.
Infine. Peccato. Speravo nei cessi crisoelefantini. Allora. La casa ecosostenibile tout court è una noia. Mi spiego. Adesso è la grande moda del momento. Se ne è accorto perfino il legislatore, il che è un brutto segno. Ogni tesi parla di questo. Detto ciò, è anche una base necessaria. E se parte da vostre istanze ha una ragione di essere. Mi spiego. Se non ci foste voi, e io mi presentassi con una tesi su una casa-modello sostenibile, dal punto di vista accademico non direi niente di nuovo. Se invece lo facessi perché voi sul tema avete delle precise idee, e magari ci scappasse anche dal confronto con voi qualche idea su come pensare dei modi nuovi di farlo, allora starei facendo un’operazione innovativa e non banale. Questo dal punto di vista della ricerca accademica. In generale una casa a basso impatto ambientale DOVREBBE essere banale perché dovrebbe essere una necessità assodata.
[...]Come direbbe Feynman, un curious character è quello che può capire qualcosa del mondo, non necessariamente chi ha studiato quell’argomento.
In ultimo, beh, noi ci abitiamo, a Monza. Oggi il cielo mi sorride.
Saremmo lieti (penso di parlare anche per Andrea) di offrirvi una cena, una gita al Parco, un tour alla scoperta delle bellezze (?) viscontee e briantee.
Se hai/avete bisogno di un alloggio, cerco di organizzarmi.
Pasqua non è lontana, possiamo anche dire che decideremo allora.
Spero tu mi dia facoltà fin d’ora di parlarne con il nostro relatore come di una cosa, diciamo, in cantiere.
[...]
Spero comunque di vederti presto.
Grazie mille ancora una volta,
Francesco
Da: Wu Ming 4
Inviato: venerdì 7 marzo 2008 16.31.05
A: francesco corna
Dunque, vado anch’io per punti. - Se la casa-modello sostenibile è scontata, tanto meglio, significa che possiamo acquisirla e approfondire altri aspetti. Però, per quelli che sono i nostri discorsi da anni, credo proprio che non potremo fare a meno di pannelli solari e di tutti i vantaggi energetici dati dalla giusta esposizione, dalla coibentazione, etc. Dopodiché, d’accordo, ci deve essere molto altro. Cosa non lo so, ma possiamo discuterne. - Chiederò al mio amico architetto se ha voglia di dare una mano passandoci informazioni. - Grazie, ma non ho bisogno di ospitalità per la notte. Dormo dai suoceri. Il mio numero di telefono è [...]. Sentiamoci a ridosso delle feste, così decidiamo dove vederci (anche al parco se non fa troppo zagno). A presto,F.
Da: francesco corna
Inviato: venerdì 7 marzo 2008 17.24.39
A: Wu Ming 4
Caro Federico,
non ti preoccupare, il tema dell’impatto zero ci interessa ed è stato uno dei temi centrali del nostro lavoro degli ultimi anni.
Mi sono espresso male, forse. Non lo considero demodé, non sono così naif. Semplicemente, è una base più che scontata per tentare di trovare soluzioni nuove OLTRE a quelle già comunemente utilizzate. Il recupero dei flussi d’aria, l’utilizzo di materiali locali o interamente riciclabili e provenienti da una filiera produttiva a basso livello inquinante, tutta una serie di scelte architettoniche. Hai voglia. Un edificio devi isolarlo molto bene se è stato progettato male. Altrimenti respira, come qualunque animale o vegetale, si adatta, si stabilizza da sè. C’è un bellissimo lavoro su questo tema in Inghilterra, BedZED: http://it.wikipedia.org/wiki/BedZED
Comunque. Mi dice Andrea che abbiamo un altro amico che studia a Bologna, quindi per venire a fare un giro noi non abbiamo alcun problema di alloggio.
Nel caso volessimo vederci anche prima di Pasqua, in modo da avere già qualcosa in mano da vedere a Monza, noi siamo a disposizione.
Ti passo anche io il mio numero, in ogni caso. [...]
Ah, il mio cognome è Corna, se non ci fosse scritto nel mittente delle mail, che ne so. E’ anche ora di presentarsi.
Il Parco va benissimo, se il tempo lo consente. basta non andarci a Pasqua e all’Angelo che sembra Riccione a Ferragosto.
Nel frattempo, propongo il tutto al nostro relatore, giusto per non fare i conti senza l’oste.
A presto,
F.
Da: francesco corna
Inviato: lunedì 10 marzo 2008 15.21.00
A: Wu Ming 4
Ciao Federico.
Breve bollettino. Abbiamo accennato della cosa al nostro relatore.
“I Wu Ming? Q e 54 li ho letti, come no... Veramente molto belli... Manituana devo ancora cominciarlo... E’ ovvio che la cosa mi sembri estremamante interessante...”
Beh, non era preparata, ma il nostro relatore è un vostro lettore. Meglio di così :-)
Dunque, se vuoi e hai tempo, vorremmo proporti una chiacchierata prima di pasqua in quel di bologna. verso la fine di questa settimana o la prossima noi non abbiamo problemi, ci facciamo ospitare una sera a casa del nostro amico... almeno, se decidete che la cosa vi può interessare, per pasqua potremmo già farti vedere qualcosa. Chiaramente, se hai tempo. Scegli tu nel caso giorno e ora.
Un abbraccio
F.
Da: Wu Ming 4
Inviato: lunedì 10 marzo 2008 23.44.40
A: francesco corna
Verso il fine settimana significa giovedì, venerdì...? Perché, come ti dicevo, io il week end sono un po’ inchiodato. F.
Da: francesco corna
Inviato: martedì 11 marzo 2008 9.40.47
A: Wu Ming 4
Si, certo... Ormai parlo solo di giorni lavorativi... Però guarda che così passa l’idea che sia più impegnativo fare il babbo che lo scrittore... :D
Andrea mi aveva detto che anche per lui giovedi o venerdi non dovevano esserci problemi... Tra l’altro il nostro amico fuori sede spesso torna qui nel week end, quindi anche noi siamo scomodi nel fine settimana.
Altrimenti la settimana prossima, assolutamente come sei più comodo.
Spero di non averti già asciugato ancor prima di cominciare...
A presto
F.
Da: Wu Ming 4
Inviato: martedì 11 marzo 2008 15.58.41
A: francesco corna
Fare il padre è moooolto più faticoso che fare lo scrittore. Soprattutto se si parla di “padri materni” di ultima generazione. Comunque per noi va bene sia giovedì che venerdì. Almeno io e Luca (WM3) ci siamo sicuramente. Se arrivate in tarda mattinata o verso l’ora di pranzo andiamo a mangiare qualcosa, così facciamo due chiacchiere con calma. F.
Da: francesco corna
Inviato: giovedì 20 marzo 2008 1.28.48
A: Wu Ming 4
ciao Federico,
spero non siate rimasti troppo scioccati dall’incontro con i sottoscritti (e dalla barba barocca di andrea).
dunque, non so se farai in tempo a leggere la mail prima di dedicarti al tetris delle valigie nel baule, buon rituale al quale ogni babbo deve sottostare (a meno che saggiamente non prendiate il treno), in ogni caso domani-oggi ti chiamo.
detto ciò, se non ti preoccupa troppo rivedere la barba barocca di andrea, siamo a disposizione quando ti fa più comodo per vederci qui in giro.
ci siamo permessi di proporre al nostro relatore di unirsi all’incontro, visto che effettivamente sembra l’unica occasione utile per conoscervi (che male non fa, penso) senza che lui si muova dalla provincia di milano. ha detto che sarebbe volentieri della partita (sic).
ti anticipo quindi quello che ti dirò per telefono, cioè che cercheremo di fare in modo di incastrare le vostre disponibilità. ad ogni buon conto, domani, prima di chiamarti, telefono anche a lui per avere un’idea di quando sia libero (sera, pomeriggio, weekend, et cetera). chiaro che prima di tutto comunque vengono i tuoi impegni.
abbiamo un paio di idee spero interessanti da mostrarti, in ogni caso.
buon viaggio, dunque.
ci sentiamo per telefono.
f
da fra corna
a federico; battokki; l.consalez
data 30 marzo 2008 15.25
oggetto Segnaposto di Google Earth: WM house.kmz
Buongiorno a tutti.
vi invio una pin di googleearth sul terreno individuato dal tecnico comunale di pianoro come edificabile in quanto sottoposto a sequestro. Il simpaticissimo ingegnere che dirige l’ufficio ci ha sottolineato che, secondo lui, si tratta dell’unico terreno con un interesse paesaggistico (domina tutta bologna) che non sia sottoposto a vincolo di tutela o non sia già costruito.
In realtà, anche quell’angolo più a SO della puntina, racchiuso dalla curva della strada, era della stessa proprietà e dunque con le stesse caratteristiche.
ci sembra però che questo sia più interessante dal punto di vista della visuale, ché non ha nulla di edificato se non alle spalle, e visti i vincoli paesaggistici di tutto il territorio circostante probabilmente resterà così per gli anni a venire.
Il tecnico si è detto comunque disponibilissimo a riceverci di nuovo per darci tutte le informazioni necessarie.
@federico: quando vuoi, magari, facci girare anche le mail degli altri per costituire la mailing list del progetto. oppure, se hai mezzi più tecnologici quali canali di distribuzione o quelle cose da gente che gestisce newsletter con decine di migliaia di utenti... beh, vedi tu.
@consalez: pare che l’indice di edificabilità sia dello 0,5, in ogni caso il tecnico aveva parlato di 1100 mc per il terreno più in alto (quello di SO), che all’inizio avevamo considerato più papabile. Lo risentiremo in settimana per avere chiarimenti sul terreno più a valle, quello della pin.
vi invio fra poco una mail con una jpeg che individui più o meno esattamente la particella catastale in oggetto, non credo che con gEarth si possa selezionare delle intere aree...
saluti a tutti
da Wu Ming 4
a frakorna
data 30 marzo 2008 20.10
oggetto R: Fwd: Segnaposto di Google Earth: WM house.kmz
La location mi sembra molto interessante. Se leggo bene la mappa satellitare è su un pendio con vista sulla città. Ottimo. Sono rimasto indietro con la stesura del proposal causa impegni lavorativi e famigliari, ma ve lo mando in settimana.
Giro il link anche agli altri soci della WMF. Non vi ho ancora girato i loro indirizzi perché fino al 4 sono tutti sparsi per il globo. Dall’inizio di aprile il collettivo si ricompone e potremo darvi feed back, anche se in questa fase mi sembra che la palla sia soprattutto nelle vostre mani. Resto a disposizione per qualunque cosa.
Federico
da Wu Ming 4
a battokki,l.consalez,frakorna
data 31 marzo 2008 11.43
oggetto Concept
L’ho buttato giù di getto. E’ una bozza, ma siccome questo non è il mio
terreno, forse è il caso che mi diciate se va nella direzione giusta ed
eventualmente mi diate delle dritte.
Federico WM4
Bozza di proposta per la progettazione di
WU MING HOUSE
di Wu Ming
cfr. la sezione I CONCETTI per il testo completo della bozza
da l.consalez
a Wu Ming 4
cc battokki,frakorna
data 5 aprile 2008 10.07
oggetto Re:Concept
cari voi, come da accordi vi mando un testo con i commenti alla bozza di Federico e con alcune indicazioni su come procedere.
Ciao
LConsalez
Cari tutti, vi scrivo solo ora perché non ho realmente trovato fino a stamattina tempo per farlo. Mi scuso ma credo anche che in futuro i miei tempi di risposta non saranno tanto diversi. E questo a prescindere dall’interesse per l’intrigante vicenda in cui mi avete coinvolto, che è molto alto.
Ho letto la bozza di Federico, molto stimolante. Procederei così. Ho selezionato quelle che ritengo le frasi chiave e, in blu, quelle che ritengo prioritarie in questa fase. Che significa gli spunti per iniziare, nel modo che vedremo, a dare forma a un programma e, correlato, a un progetto.
A Federico chiederei intanto una cosa. Ho capito bene? La selezione coincide o assomiglia a quella che avreste fatto voi? In futuro, se ci capiamo, questa domanda non ve la farò più.
A Francesco e socio chiederei invece di iniziare a individuare dei diagrammi che rappresentino il contenuto dei punti 1,2 e 7. che mi pare siano quelli che parlano delle relazioni geografiche a grande scala del concept. Su due livelli
a) Geografico relazionale. Su una pianta di Bologna, dell’Emilia, dell’Italia, del Mondo (vedete voi) descrivere i flussi di informazioni, di persone di relazioni che sono il contenuto del collettivo. Potrebbe, molto operativamente, emergere che una posizione, per qualche particolare motivo, favorisce gli scambi e un’altra (che magari avete scelto per altri motivi) li osteggia. E’ ovvio che questa parte richiede un feedback molto preciso da parte del collettivo. E sarebbe auspicabile che la forma delle relazioni espresse fosse particolare, suggestiva.
b) Di figura. Avviare la ricerca, il più possibile ampia, su una figura, o famiglia di figure, che possa rappresentare i contenuti di cui parleremo. In pratica se al punto precedente abbiamo descritto i nodi e la rete ora dovremmo cercarne la forma espressiva. Di figure, nella storia recente, ne sono state individuate tante. Il rizoma, La rete, il reticolo, il codice a barre, il tetris il tangram etc. Alcune hanno generato bei progetti, altre no. Ma in realtà, in questa fase, a noi forse interessa maggiormente la proprietà di una figura che sia espressiva per descrivere un determinato contenuto.Poi vedremo anche di farla bella. Ma questo ha a che fare con il talento, cioè con il fatto che per fare una cosa bella non basta essere intelligenti, bisogna anche essere bravi. Vedremo
1. Dislocazione
2. è l’epicentro della rete a essere debole.
3. punti di snodo,
4. Alterità che però, è il caso di ribadirlo, non può realizzarsi in un progetto abitativo o lavorativo appartato, ma semplicemente diverso.
5. Si può immaginare un luogo edificabile che risponda alle esigenze operative della Wu Ming Foundation e al contempo ne incarni le aspirazioni e le modalità ideali? Può un edificio, o un complesso di edifici, rappresentare la materializzazione di uno stile Wu Ming, ovvero la coincidenza di etica ed estetica?
6. nodo di una rete
7. L’interazione col mondo è premessa ineludibile della nostra attività.
8. messa in luogo di una specifica concezione del fare e del modo migliore per farlo.
9. punto di contatto tra ispirazione e aspirazione.
Per quanto riguarda la scelta del sito direi che potremmo tenerlo in sospeso in attesa della verifica al punto A, anche se tutto sommato se scoprissimo che il luogo va bene avremmo una possibilità operativa immediata. Però non è escluso che alla fine la sede di Wu Ming House sia un camper o sia a Sin City. La qual cosa per noi sarebbe un problema visto che non sappiamo progettare autoveicoli ne’ programmi.
Spero di avere risposto alle domande che mi sono state fatte da Francesco. Direi che il mio ruolo potrebbe essere quello di individuazione all’interno dei Brief proposti dal cliente delle azioni necessarie per lo sviluppo del progetto, da parte dei due progettisti. Il pratica un relatore/catalizzatore.
E con questo, in attesa di una più felice definizione, auguro a tutti buona domenica
Lorenzo Consalez
05/04/2008
da fra corna
a federico
cc battokki
data 1 aprile 2008 18.08
oggetto pianoro
dunque.
mi chiedevi il commento di andrea sul proposal.
le testuali parole sono state: scritto di getto...? seee.
direi che un po’ per tutti il tuo lavoro è ben più di quanto ci si aspettasse, come ormai il tuo livello di coinvolgimento nell’operazione. e te ne ringraziamo ancora...
abbiamo sentito consalez, lo vedremo penso nei prossimi giorni. ha letto anche lui la mail ed è rimasto direi parecchio impressionato.
devo dire anche che è stato mooolto corretto e ci ha detto che stava aspettando a scrivere qualcosa ché aveva remore di dare l’idea di volerci in qualche modo scavalcare. ti dirò, intanto non nutro nessuna paura di questo tipo visto che la squadra attuale mi sembra composta da alcune delle persone più corrette e franche con le quali mi sia capitato di lavorare. peraltro, in questa fase, direi che noi più che parlare dovremmo ascoltare, quello che viene da voi, quello che viene da consalez, quello che ci ha detto paolo o il tecnico di pianoro...
una volta assorbiti tutti questi elementi, cominceremo a ruminarli. e certo ci fa piacere che il nostro relatore abbia avuto scrupoli di questo genere. francamente, di sfigurare come non solo i più inesperti ma anche i più sfighez non ci preoccupiamo molto, abbiamo scelto di collaborare con persone di alto livello e non ci preoccupiamo mica.
dunque, io direi, per quanto riguarda gli altri, di pensare un questionario stringato e “che sia sul pezzo”, magari da compilare senza influenzarsi a vicenda, come ti avevo anticipato.
chessò,
1. tempo medio stimato di permanenza mensile/annuale/lungo periodo (posto che al 90% sarà collocato in un comune di prima cintura, ad esempio a Rastignano in Pianoro)
2. attività da “dislocare” nella WMH
3. tipologia, dimensioni, e rapporti reciproci fra i nuclei abitativi: vogliamo una cucina comune (questo ci piacerebbe, fa un po’ convento medievale)? o una per ciascuno? e la sala da pranzo? etc
4. quali attività vorremmo ospitare? un auditorium, un cineforum, una sala multifunzionale, una sala prove per gli amici, una biblioteca con accesso pubblico... (notare che, se ci orienteremo sul terreno nel comune di Pianoro, o comunque in un comune di cintura, se si offrisse in dote all’amministrazione uno spazio di questo tipo, oltre al volgare sconto sugli oneri di urbanizzazione, si potrebbe partecipare attivamente alla costituzione della vita sociale della località...)
5. il progetto deve avere caratteri simbolici? cosa deve comunicare?
6. nella chiave di quanto già detto ai punti 2 e 4, quanto vorremmo -e come- far aprire il progetto verso il pubblico - la comunità locale (uno spazio sempre aperto al pubblico o solo a persone legate al collettivo e quindi invitate?) e poi, vogliamo attività o spazi collaterali? una palestra, una parete di arrampicata, degli spazi per i bambini. dei tatami per riccardo (dove magari organizzare corsi, che ne so)...
altre idee?
jacopo per oggi è uccel di bosco, ha spento il telefono. speriamo che sia riuscito a conquistare la sua bella.
decideremo quanto prima se scendere sabato questo o settimana prossima. (o questo sabato mattina o venerdi prossimo sera. eventualmente, se no, intorno a mercoledi prossimo)
infine. commovente la storia del comune di Pianoro. il simbolo del pozzo (del pozzo!) deriva dal fatto che questo sia l’unica vestigia sopravvissuta alla distruzione del castello ad opera degli amici dei papi (...) nel 1377. mica male anche come simbologia. l’acqua che sopravvive. la vita che continua. la voglia di vedere come va a finire la storia. tacchete.
bene, vediamo che dice consalez, aspettiamo la resurrezione di jacopo, e nel frattempo buttiamo giù qualche nuova idea che ci è venuta sul logo.
ah. pensavamo, magari, di creare un sito da aggiornare in tempo più o meno reale con i progressi del progetto. che ne pensi? se fosse linkato dal vostro sito, si potrebbe aprire la porta anche a raccolte di idee e progettazione più o meno collettiva da parte dei vostri utenti. vediamo.
bene, per adesso saluti
andrea & francesco
da Wu Ming 4
a frakorna
data 1 aprile 2008 20.35
oggetto R: pianoro
Per le risposte al questionario dovrete aspettare la prossima settimana, quando
ci ritroveremo al completo.
Sul sito e sul work in progress credo che dipenda da voi. Noi certo non
avremmo il tempo di starci dietro, aggiornarlo, etc.
Intanto aspetto di fare due chiacchiere anche con i soci.
F.
da fra corna
a Wu Ming 4
cc battokki
data 2 aprile 2008 11.45
oggetto Re: R: pianoro
ciao federico.
nessun problema per il questionario. se pensi ci sia qualcosa che non va o qualcosa da aggiungere fai pure.
per il sito, ovviamente, volevamo solo avere la tua opinione. negli ultimi tempi ho avuto modo di imparare a giocare un po’ con l’html, quindi ‘dovrei essere tecnicamente in grado di realizzarlo. se ritieni che possa essere un’idea interessante, che possa stimolare la vostra community, ne possiamo parlare.
ti allego un pdf relativo ad alcune attività culturali del comune di pianoro, che si svolgono nella biblioteca civica: come vedi il mese di aprile è destinato alla sostenibilità in architettura.
potremmo cercare di essere in zona per presenziare ad almeno uno degli incontri.
a presto
f
da Wu Ming 4
a frakorna
data 2 aprile 2008 12.55
oggetto R: Re: R: pianoro
Conosco la biblioteca di Rastignano, ci abbiamo presentato Manituana insieme a
Valerio Evangelisti. E’ una delle biblioteche più attive del circondario
bolognese. Non è lontano dalla WMH virtuale. Si trova in uno dei due edifici
semicircolari che sorgono a margine della provinciale, li puoi vedere bene su
google perché insieme formano una specie di arena.
Invece non sono convintissimo dell’open project, forse perché non saprei proprio come gestirlo su un terreno a me sconosciuto come l’architettura.
Prima, fossi in voi, proverei a indirizzare bene il discorso, a gettare le
basi. Poi vedremo.
F.
Da: fra corna
Inviato: giovedì 3 aprile 2008 19.22.22
A: Wu Ming 4; l.consalez; battokki
http://maps.live.com/[...]
il link qui sopra (che dovrebbe funzionare direttamente, altrimenti -per federico- bisogna installare il plug-in di virtual earth) evidenza l’area sulla quale giace un casale realmente in vendita sui primi colli bolognesi, con grande terreno e splendida vista.
direttamente dalle informazioni che ho allegato all’area dovreste essere in grado di aprire il sito dell’agenzia immobiliare e vedere due foto.
ho telefonato: federico, ti risparmio il prezzo del maledetto rudere.
tuttavia, potrebbe essere davvero quello che cercavamo...
saluti a tutti.
F
da Wu Ming 4
a frakorna
data 3 aprile 2008 18.05
oggetto R: breve news
E’ ancora più vicino alla città. Quando venite giù facciamo un salto a dare
un’occhiata. L’hai individuato su Google Earth?
F.
da fra corna
a l.consalez, Wu Ming 4, battokki
data 6 aprile 2008 22.39
oggetto questionario
ciao federico.
nell’ottica di quello che proponeva al punto 1 il prof. consalez, io e andrea pensavamo che un’indagine di quel genere possa avere nel nostro caso un senso su scala prettamente bolognese. tranne che per questioni squisitamente di concetto, infatti, ci sembra che una scala globale esista sì per il collettivo, ma che si innervi prevalentemente su comunicazioni vuoi via mail, vuoi su skype, ma - in ogni caso - virtuali, diciamo.
al contrario, stando alla scala urbana, si potrebbe fare una analisi geografica mooolto pragmatica, evidenziando i punti di interesse nella città per il collettivo, anche quelli che rappresentano la parte globale della rete, vuoi allora, stazioni, aeroporto, autostrada, eccetera.
noi però vorremmo vederli sotto una chiave, diciamo, di ottimizzazione più che altro dislocativa. se un luogo sta più vicino all’autostrada, è comodo per l’editore da raggiungere quando viene da torino, ma di contro, magari, non è molto salubre per farci crescere dei bambini. quindi si tratterebbe di ottimizzare questi caratteri spesso in conflitto.
di conseguenza, alle domande del possibile questionario che alleghiamo qui sotto, aggiungeremmo anche la seguente indagine:
A. quali sono i vostri percorsi -più o meno- quotidiani? Dentro o fuori la città, vuoi allora l’asilo del cinno, vuoi la biblioteca dove vai a scrivere, la palestra dove si allena Riccardo, il bar dove il caffé è più buono, il ristorante preferito di Giovanni, dove Roberto (era Roberto?) va a fare trekking in Appennino, et cetera.
Possibilmente i veri e propri indirizzi, delle principali location della vostra giornata. dove stanno le vostre case, dove lavorano le donne se le andate a prendere quando escono dall’ufficio, eccetera. (ci impegniamo a non divulgarli alle vostre fans)
B. come voi vi muovete in questo contesto? la velocità dell’interazione può essere importante... principalmente a piedi? In bici? in macchina? in treno?
Il peso reciproco che dovranno avere la vostra voglia di dislocazione rispetto alla città e la fruibilità dell’epicentro lo abbiamo già abbastanza discusso insieme, e starà penso un po’ anche alla nostra sensibilità e capacità di filtraggio delle nostre conversazioni di arrivare ad una conclusione in merito.
poi.
In rapporto al punto B del brief del prof. consalez, ne abbiamo parlato un po’ e ci pare che gli studi di Felice Varini sul significato delle forme che muta in rapporto all’osservatore possa essere un buon punto di partenza.
ci piacerebbe studiare una forma che, vista da un luogo di osservazione privilegiato, ricomponga una disposizione planimetrica frammentata e legata all’orografia del luogo in un’immagine coerente e significata, magari anche sfuggevole. vicino all’ultima area della quale si è parlato, passa la ferrovia, ad esempio. ci chiedevamo se potesse essere affascinante che il progetto assumesse, per un istante, per chi ci passa a fianco in treno, una forma unitaria (un rettangolo? una scritta? l’ideogramma wu ming? un simbolo fallico?), che si ridisperda subito nelle cellule d’origine. comunque, se conoscete o guardate i lavori di varini, sto discorso si spiega da solo senza troppi blah blah.
@federico: ne facciamo due chiacchiere quando ci vediamo venerdi a bologna.
@consalez: magari ci sentiamo dieci minuti per telefono, senza stare a farle perdere tempo in studio, prima di giovedi.
per adesso, saluti a tutti.
come sempre, grazie per la disponibilità.
a&f
1. tempo medio stimato di permanenza mensile/annuale/lungo periodo (posto che al 90% sarà collocato in un comune di prima cintura, ad esempio a Rastignano in Pianoro)
2. attività da “dislocare” nella WMH
3. tipologia, dimensioni, e rapporti reciproci fra i nuclei abitativi: vogliamo una cucina comune (questo ci piacerebbe, fa un po’ convento medievale)? o una per ciascuno? e la sala da pranzo? etc
4. quali attività vorremmo ospitare? un auditorium, un cineforum, una sala multifunzionale, una sala prove per gli amici, una biblioteca con accesso pubblico... (notare che, se ci orienteremo sul terreno nel comune di Pianoro, o comunque in un comune di cintura, se si offrisse in dote all’amministrazione uno spazio di questo tipo, oltre al volgare sconto sugli oneri di urbanizzazione, si potrebbe partecipare attivamente alla costituzione della vita sociale della località...)
5. il progetto deve avere caratteri simbolici? cosa deve comunicare?
6. nella chiave di quanto già detto ai punti 2 e 4, quanto vorremmo -e come- far aprire il progetto verso il pubblico - la comunità locale (uno spazio sempre aperto al pubblico o solo a persone legate al collettivo e quindi invitate?) e poi, vogliamo attività o spazi collaterali? una palestra, una parete di arrampicata, degli spazi per i bambini. dei tatami per riccardo (dove magari organizzare corsi, che ne so)...
da fra corna
a battokki, l.consalez, Wu Ming 4
data 14 aprile 2008 11.45
oggetto video location
buongiorno a tutti.
questo è il link del video della location che abbiamo caricato su youtube.
per il prof. consalez, probabilmente il luogo del progetto sarà questo. ne siamo stati impressionati tutti e tre (federico, andrea ed io), mentre l’altra location, quella del comune di pianoro, era tutto sommato piuttosto triste: la vista era affascinante, ma il contesto da lottizzazione di provincia la sviliva parecchio.
di contro qui siamo in una zona incontaminata in mezzo ai campi, punteggiata qua e là di realtà ancora rurali, con giusto la casa padronale dei ricchi nobilastri sul cocuzzolo della collina.
quindi, operativamente, mentre attendiamo il feedback dai WM per quanto riguarda il questionario, dal quale partiremo per la parte di analisi geografico/contenutistica, per adesso ci dedichiamo a mansioni da geometri (indispensabili) quali procurarci la cartografia del territorio bolognese, cominciare a mettere in cad le isoipse del terreno, dalle quali faremo magari un 3d (pensavamo di fare già un plastico del contesto in legno, prossimamente, con le macchine a controllo numerico 3d del laboratorio modelli di Bovisa).
parallelamente, abbiamo iniziato a buttare giù delle idee di progetto che stiamo approfondendo, vuoi sul discorso della mutevolezza in rapporto ai punti di vista, vuoi per la distribuzione degli spazi.
fine della newsletter.
@consalez: ci sentiamo questi giorni per pianificare un incontro...
saluti
a&f
da Wu Ming 4
a frakorna, battokki
data 14 aprile 2008 17.38
oggetto R: video location
Compadres, scusate il ritardo col questionario, ma siamo impegnati in mille
casini, è un periodaccio di scadenze e consegne per tutti. Da fine mese andrà meglio. Comunque in settimana vedo di riuscire a darvi le risposte che vi servono. Bello il video. Bisognerà proprio che da qualche parte mi faccia avanzare un paio di milioni di euro... :-)))))
F.
da fra corna
a Wu Ming 4
cc battokki
data 14 aprile 2008 18.20
oggetto Re: R: video location
ma figurati.
abbiamo comunque già un bel po’ da fare, non preoccuparti...
se ricaviamo anche una stanzetta per noi, potremmo arrivare, dando fondo ai nostri risparmi, a un paio di migliaia di euro. possono servire? ;-)
da Wu Ming 4
a frakorna, battokki
data 19 aprile 2008 14.23
oggetto Questionario
Ecco in sintesi i risultati emersi dalla riunione che abbiamo fatto ieri
cercando di rispondere alle vostre domande.
La location particolarmente vicina alla città rende possibile un utilizzo
quotidiano della WMH anche per quelli di noi che vivono più lontano. Il luogo
diventerebbe la vera e propria sede di WM, prima ancora che depandance
operativa. Chi non ha la macchina potrebbe andare con chi ce l’ha, magari
raggiungendo via Toscana con i mezzi pubblici e poi salendo in auto da lì.
Stiamo comunque parlando di tempi di percorrenza che nella peggiore delle
ipotesi (ore di punta) non possono superare la mezz’ora.
Allo stesso tempo una sede di rappresentanza dovrebbe poter ricevere ospiti
esterni per sedute di lavoro di due o tre giorni insieme al collettivo, nonché
poter ospitare il collettivo al completo per periodi più lunghi (da una
settimana a un mese), con eventuale seguito di famiglie. A questo si aggiunge
che uno o due di noi senza particolari vincoli familiari (ad esempio Luca o
Riccardo) potrebbero invece viverci continuativamente, svolgendo così anche il
ruolo di “custodi” del luogo.
E’ probabile che non sia utile sviluppare cinque nuclei abitativi di eguale
dimensione e spaziosità, perché le nostre situazioni specifiche sono molto
diverse e potrebbero cambiare nel tempo. Luca è single; Riccardo è fidanzato;
io e Roberto abbiamo un figlio; Giovanni ne ha due. Ne consegue che la cosa
migliore potrebbe essere quella di ipotizzare vari nuclei-notte separati (da
due a quattro letti) e degli ambienti diurni comuni (cucina, sala da pranzo,
soggiorno, etc.).
Gli ambienti non abitativi invece dovrebbero essere almeno tre:
- una sala riunioni dove collocare il tavolo ovale e che possa contenere il
maggior numero possibile di libri;
- dei piccoli studioli dove sia possibile scrivere singolarmente (non importa
che siano cinque, potrebbero essere anche solo due o tre);
- una saletta polivalente dove si possa suonare, recitare, leggere ad alta
voce, proiettare video, etc., etc.
Restano in sospeso tre questioni importanti.
La prima è il verde. Intorno alla casa non ci sono alberi. Scartata l’ipotesi
di un bosco “artificiale” mi chiedo se sia materialmente possibile ottenere
alcuni alberi adulti da disporre nel terreno circostante. Vale la pena
informarsi.
La seconda questione sono i mezzi di spostamento. Il luogo deve essere
facilmente accessibile. Bisognerà senz’altro prevedere uno spazio antistante
la
casa dove sia possibile parcheggiare le automobili (magari elettriche :-) e le
mountain bike con cui tenere i collegamenti con la città. Non necessariamente
uno spazio coperto, ma sufficientemente agibile (ricordiamoci che nonostante i
mutamenti climatici, ogni tanto d’inverno nevica ancora).
Infine bisogna capire se i vincoli di edificabilità sono rigidi o se - anche
soltanto in chiave ipotetica - è possibile che il progetto rimanga “aperto”,
ovvero che abbia un margine di espansione nel futuro.
Per ulteriori chiarimenti o specificazioni siamo qua. Ad esempio sulla
faccenda del valore simbolico magari ne parliamo meglio a voce, perché ho
ripensato un po’ alla faccenda del deposito di zio Paperone...
F.
da fra corna
a battokki, l.consalez, Wu Ming 4
data 21 aprile 2008 17.54
oggetto risposte questionario
dunque.
ottime le risposte.
faccio qualche nota.
sai che noi apprezziamo il pragmatismo, e le questione pratiche sono molto bene inquadrate.
detto ciò, come ci dicevamo a voce, in questa fase dobbiamo cercare anche degli stimoli un po’ più epidermici, emozionali, chiamali come vuoi.
molte delle domande che vi avevamo fatto riguardavano una serie di considerazioni che ci torneranno utili fra qualche tempo, quando saremo impegnati nel progetto vero e proprio. forse ci siamo buttati un po’ troppo in avanti. questa fase dei progetti di architettura, almeno per gli architetti coscienziosi, è lunga e delicata. il resto è più che altro metodo senza contenuti, è razorama. ne abbiamo parlato parecchio, di questo discorso, e trovo che siamo molto d’accordo. immagino che anche per voi il momento della scelta del periodo storico, del contesto, dei temi, sia altrettanto sofferto che la parte narrativa.
adesso, che dobbiamo pensare a quale carattere avrà quest’oggetto, siamo chiamati a dare una forma schematica a delle idee: un errore metodologico che altrimenti rischiamo di fare è mantenere come compartimenti stagni l’apparato simbolico e il progetto di architettura, incollando delle pelli semantiche su un progetto strettamente funzionale. questo è un processo a posteriori che non ha un grande valore. invece, se il progetto ruota armoniosamente intorno ad un’Idea, un concetto di abitare, il vostro concetto di abitare, anche una prima morfologia di questo oggetto rispecchierebbe i suoi proprietari (e i suoi progettisti, se vuoi).
chiacchierando con il prof, ci ha richiamati a questa necessità. anche perché la ragione prima per la quale abbiamo scelto tali bizzarri committenti è la voglia di provare a dire qualcosa di nuovo sul concetto di abitare stesso, oltre che rispondere (cosa che faremo con metodo e costanza, non temere. a me, che ho voglia di portare una volta tanto un progetto dall’inizio alla fine, interessa quasi più quella parte di questa) alle esigenze quotidiane.
poi lui è un radicale, e gli piacerebbe che alla fine si giungesse alla conclusione che dovete dormire appesi a testa in giù ai rami degli alberi, o in un bozzolo di vetroresina :-). io personalmente (e anche lui, se lo conosco come credo) non ho alcun preconcetto: se giungiamo alla conclusione, come poi, legittimamente, è, che siete molto semplicemente delle persone normali, con delle esigenze normali, beh, a me non scandalizza poi molto. per quanto mi riguarda l’importante è il percorso, è averla affrontata, questa ricerca.
di questi tempi nei quali anche i direttori delle scuole elementari vanno al lavoro con l’auto blu, alla fin fine, potrebbe anche essere sufficientemente rivoluzionario dimostrare che pure gli scrittori famosi, ebbene si, devono cambiare i pannolini ai pupi, e anche loro, udite udite, devono fare cacca.
comunque. rivoluzionari o no, lo vedremo. spero di aver chiarito abbastanza le istanze in campo, riassumendo un po’ (con ironia, non me ne voglia nessuno) le diverse direzioni. il bello di lavorare con le persone intelligenti è che ci si capisce senza troppe pippe, indi per cui il prof. consalez ci ha lasciato grande libertà, ci ha detto la sua ma senza farne una questione di merito. sappiamo che approccio preferisce, ma ci sembra che avremo il suo supporto qualunque strada sceglieremo.
questo sproloquio per giungere, finalmente, ad una conclusione.
abbiamo preparato un piccolo ‘test’ che ci riporta (ora che siamo più tranquilli su altri fronti, vedi la location) a monte del discorso progettuale. una specie di test di rorschach. propone alcune immagini estremamente sintetiche di modi possibili di concepire il progetto. risposta secca. se avete tempo motivatela, se no va bene uguale. è cosi oscuro e non ha didascalie di sorta di proposito, perché siamo incuriositi da quello che potrete dirci voi. spero che questa ulteriore rottura di balle non sia eccessiva.
federico, se vuoi che ci sentiamo per il discorso “simbolico”, fammi un fischio e ti chiamo. se preferisci che ne parliamo faccia a faccia, è probabile che verremo a bulagna il weekend prossimo, che i due dopo siamo impegnati.
ultima cosa. quando avrai un po’ più di tempo, assolutamente con calma, potremmo affrontare il discorso della mappatura geografica di bologna vuoi per i vostri indirizzi sensibili vuoi per quell’idea dei luoghi della cultura della città, oggi e dieci anni fa?
senza fretta comunque, che noi di cose da fare ne abbiamo. se invece è uno sbattimento, facciamo anche senza.
bene, ti allego il file, poi ci si sente.
saluti
f
da Wu Ming 4
a frakorna
data 21 aprile 2008 18.33
oggetto R: risposte questionario
Dal 24 al 27 aprile io sono a Biassono, quindi rischiamo di incrociarci senza
beccarci. Per quanto riguarda il livello simbolico e le suggestioni di
consalez, no problem. Noi per ora ci siamo attenuti al livello delle necessità
terra-terra e meno alle questioni estetiche e di concetto. Su questo aspetto
non so quanto potremo esservi d’aiuto, ma intanto risponderemo al test.
Comunque parliamone.
F.
da fra corna
a Wu Ming 4
data 22 aprile 2008 9.01
oggetto Re: R: risposte questionario
ah, vabbè, e allora che scendiamo a fare..? del resto se la montagna...
se non sei troppo inchiodato, ci vediamo, a pranzo, a cena, andiamo a prendere un gelato, da consalez...
in effetti magari potremmo vedere consalez, che così invece che interpretare io, ti dice lui come la pensa. che la nostra mediazione, essendo noi notoriamente l’anello debole, non è necessariamente buona cosa :-D...
dai, se hai (avete) tempo, noi siam qui.
buon lavoro, in attesa delle vacanze brianzole.
saluti
a&f
da fra corna
a Wu Ming 4
ccn battokki
data 2 maggio 2008 18.53
oggetto schemi
ciao federico.
noi diremmo che, a livello schematico, quelli che ti avevamo mandato possano essere un buon punto di partenza. certo, si potrebbero sempre migliorare, ma visto il loro carattere criptico, alla fine, in questa fase, avrebbero sempre più o meno un valore analogo.
se volete dar loro un’occhiata questa settimana, per quando torniamo (sabato prossimo) potremmo avere qualcosa in più su cui lavorare. non penso che saremo reperibili in questa settimana.
non struggerti troppo ;-)
volevo comprare stella del mattino da leggere in barca, ma non ho fatto in tempo... e non l’hai nemmeno messo in download... mica starai rinnegando il copyleft per comprarti una casa sui colli...(!)
buona settimana
f
te li rimando, nel caso avessi bisogno...
da Wu Ming 4
a frakorna
27 maggio 2008 21.54
oggetto: Eccoci
E’ stata un’attesa lunga, ma eccoci. Dopo attenta ponderazione ovviamente non siamo riusciti a battezzare un unico schema tra quelli proposti. Però possiamo dire che ce ne sono due che ci piacciono: lo schema 1 e lo schema 4.
Sono molto diversi tra loro, in effetti, ma entrambi contengono qualcosa di
importante, a nostro avviso.
Lo schema 1 ha in sé l’elemento della gradualità degli ambienti, con una compartimentazione non rigida. Vista anche la natura del terreno in pendio è senz’altro il più pratico. Di contro però implica una modalità ascendente e
soprattutto prevede un’unica via d’accesso.
Lo schema 4 invece ha di positivo proprio la molteplicità degli accessi (degli approcci) e una minor rigidità verticale, però sembra alludere a un “villaggio”con i nuclei abitativi sparsi. Insomma è più mosso, ma di difficile gestione.
Quello che ci chiedevamo era se non fosse possibile ipotizzare una qualche ibridazione tra i due schemi, mantenendo magari più uniti i nuclei abitativi e
però senza per questo collocarli in cima al Parnaso. Non sappiamo quanto questo sia fattibile e ci rendiamo conto di porvi forse più un dubbio da risolvere che una soluzione. Però questo è quanto emerso dal confronto interno al collettivo e io ve lo riporto tale e quale.
Spero di essere stato abbastanza chiaro. Fateci sapere.
A presto,
F.
da fra corna
a Wu Ming 4
1 giugno 2008 14.55
oggetto: ancora lavoro!
ciao federico.
avremmo ancora dei compiti da assegnarvi... che palle, eh? :)
intanto, abbiamo buttato giù un piccolo video -è solo indicativo, rozzo e primordiale, ma rende abbastanza l’idea della prospettiva-simbolo.
te lo allego, e -comunque- lo metto su youtube al link: http://it.youtube.com/[...]
detto ciò, adesso che abbiamo iniziato a riflettere sulle forme, e stiamo pensando ai cinque nuclei, ci servirebbe un ulteriore sforzo da parte vostra.
in due, tre, dieci, cinquanta parole, per ognuno di voi, dovreste, se ci sono, individuare i caratteri peculiari che in un modo o nell’altro lo distinguono dagli altri componenti del collettivo: un atteggiamento, un carattere, un’abitudine, che costituiscono la sua specificità...
pensi che sia possibile? questo per individuare dei tratti identificativi delle unità, in modo tale che rispecchino i relativi proprietari... rigorosa e geometrica, estrosa, flessibile, eccetera. se poi ognuno di voi ha delle esigenze specifiche, delle abitudini, delle richieste, eccetera (come dicevamo, una parete per allenarsi, un tatami, eccetera...), ma che siano sempre caratteri non comuni ma peculiari...
intanto, come al solito, grazie mille...
buon weekend
a&f
da Wu Ming 4
a frakorna
5 giugno 2008 19.42
oggetto: R: ancora lavoro!
Allora, ci siamo consultati, in ritardo, ma eccoci. Conclusioni: i soci non
sono molto per la quale. Nel senso che capiscono dove volete andare a parare, ma, diciamo così, non condividono del tutto. Ovvero, crediamo non sia il caso di personalizzare in modo così definito i nuclei abitativi, o per lo meno, il collettivo non è interessato a farlo. Quindi, se per voi non è un problema preferiremmo lasciarvi mano libera. Tra l’altro, aggiungo personalmente, a prescindere da tutto, l’autodefinizione che ci chiedete è piuttosto difficile, credo che sarebbe possibile soltanto a un’osservatore esterno, che però non esiste.
Fatemi sapere se potete trovare soluzioni alternative.
A presto,
F.
P.S. A me piacerebbe un caminetto :-)
da fra corna
a Wu Ming 4
7 giugno 2008 11.28
oggetto: Re: R: ancora lavoro!
Non c’è assolutamente problema né necessità di soluzioni alternative...
se non è una cosa che ritenete utile, né all’atto pratico né come operazione concettuale, non abbiamo alcuna necessità di farla.
non dimenticare che quello che stiamo cercando è per l’appunto di cucirvi intorno un luogo, non di usarvi come espediente per discorsi nostri. indi per cui, anche questa vostra risposta ha per voi un significato, che ci serve per inquadrare delle tematiche del progetto.
mi sembra altresi che, se interpreto bene, se tutti i gatti hanno la coda, non necessariamente tutti gli animali con la coda sono gatti. e cioè, se le eventuali unità non devono essere necessariamente personalizzate con gadget e stronzate, ciò non significa che debbano essere bolscevicamente tutte uguali. Mi sbaglio?
Nel caso questa premessa sia giusta, le eventuali differenze dipenderanno allora da questioni orografiche, di orientamento col sole o i venti, eccetera.
Piccola nota: possiamo fare dei nuclei espandibili e flessibili. A questo punto mi sembra anche una vostra istanza. Quindi non facciamo per te la casetta da tre (eventualmente quattro...;-), per roberto (era roberto?) da quattro, luca da single, eccetera. saranno tutte in grado di ospitare da una a diciamo quattro-cinque persone in modo dinamico (dinamico???).
Se non sei d’accordo fischia.
P.S.
A te, perché sei te, ti mettiamo il caminetto. dipingeremo gli stipiti col sangue dell’agnello, cosicché, il giorno che sceglierete le casette, saprai verso quale correre ;-)
da Wu Ming 4
a frakorna
9 giugno 2008 8.35
oggetto: R: Re: R: ancora lavoro!
D’accordo su tutto, ovviamente.
A presto,
F.
da fra corna
a Wu Ming 4, andrea battocchi
7 settembre 2008 22.37
oggetto: book
dunque.
quando potete voi, noi non abbiamo nessun problema, faccelo sapere e noi veniamo.
noi magari staremmo a bologna un paio di giorni, quindi in base ai tuoi impegni possiamo anche vederci prima/dopo, per una pizza, una birra, una chiacchierata pomeridiana... se sei a casa a smarronarti per il lavoro e vuoi fare una pausa ci facciamo un panino... insomma, chiaramente noi la nostra risorsa la sfrutteremmo il più possibile... compatibilmente con quello che hai da fare.
ma stavolta offriamo noi ;-)
quando avete delle coordinate, facci sapere, che noi ci organizziamo (vuoi più da lunedi a mercoledi, vuoi da mercoledi a venerdi, etc.)
[…]
ti ho messo il book in pdf a questo link:
http://www.[...].com/wmh/BOOK.pdf
[…]
saluti e a presto
f
da Wu Ming 4
a frakorna,andrea battocchi
8 settembre 2008 9.12
oggetto: R: book
Una figata. Le case sembrano quelle di Hobbitown, ma nel XXI secolo. Belli gli
spazi e i volumi (ma credo abbiate invertito WM3 e WM4, cioè il sottoscritto,
sono io quello che ha bisogno di una stanza in più :-). Mi piace la scelta
estetica dei salici. Il salice piangente è una pianta semi-acquatica, che
nell’antichità era considerata magica, albero di ninfe e streghe, sacro a
Ecate. E’ la pianta simbolo del passaggio tra mondo terreno e Aldilà, quindi
tra piani diversi di realtà, e questo, insieme al suo legame acquatico,
richiama il ciclo vita-morte.
Be’ lasciatemi qualche giorno per guardarmelo con calma, poi seguiranno parole
più a freddo.
F.
da fra corna
a Wu Ming 4
29 ottobre 2008 17.26
oggetto: news
[...] dunque, il concept fumettoso (o fumoso, se vuoi) che avevi visto qualche tempo fa ha cominciato a trasformarsi in disegni[...].
in questa stesura avevamo tralasciato tutto il layer dello spazio esterno, il cui disegno ci ha impegnati negli ultimi dieci giorni.
quest’ultimo lavoro ha portato alla realizzazione di due pdf, con due possibili alternative di disegno del masterplan, entrambe legate a quell’aspetto ludico del labirinto che avevi trovato interessante. le due alternative si differenziano nella forma ma non nella sostanza: la prima si rifà alla naturale confusione dei percorsi umani e al loro disegno filiforme, la seconda alla contrapposizione del criterio di disegno tra la parte pubblica e quella privata, la prima determinata da un’impostazione più rettilinea, la seconda dai cerchi che avevano insediato la parte residenziale, riprendendo quindi il disegno del logo.
abbiamo infine lavorato sulla sistemazione dell’aspetto degli edifici della parte pubblica, di cui abbiamo fatto qualche rendering... considera che si tratta solo di 3d volumetrici, cioè sostanzialmente della rappresentazione digitale di plastici a una scala piuttosto ridotta... rendono comunque l’idea dei volumi, direi. [...]
in ogni caso, ti alleghiamo quanto prodotto finora, ci interesserebbe molto un feedback da parte vostra, considerando il fatto che, magari, potremmo scendere a bologna nelle prossime settimane per una megariunione finale... pensi sia possibile (diciamo intorno a metà novembre...)?
noterai l’introduzione di una bozza di gonfiabile nel reading, un po’ scioccante da fuori ma mi sembra faccia un bellissimo effetto visto da dentro.
il tavolo è ora un locale mobile sulla teleferica, come accennato nel book.
lo sbarco del tavolo in cima è stato molto ridimensionato per quanto riguarda gli ingombri, e reso molto più discreto, come da vostra richiesta: una buona parte è interrata (quella che nella pianta è rappresentata nel riquadro in alto), fuori terra compaiono solo il tavolo, quando si trova in alto, e un corpo simmetrico per consentire di scendere al livello inferiore.
bene, questo è quanto, per il momento...
un abbraccio
f
da Wu Ming 4
a frakorna
30 ottobre 2008 0.12
oggetto: R: news
Onestamente faccio un po’ fatica a ottenere una visione d’insieme (ma è anche
vero che devo cambiare il computer...). Così a caldo direi che mi intrigano di
più i cerchi delle rette. Comunque la cosa migliore probabilmente è organizzare
un incontro plenario come l’altra volta in modo che possiate illustrarci con
calma le modifiche. Metà novembre mi sembra un periodo plausibile. Sentiamoci
la prossima settimana per prendere accordi.
A presto,
F.
E con questo si conclude l'epistolario della Wu Ming House.
Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, grazie per l'attenzione.
Speriamo che abbiate trovato questa raccolta un documento interessante quanto e più del progetto stesso (non che poi fosse difficile...). A noi è parso così.
Buon proseguimento con le altre sezioni.